malinconia autunnale

Dopo le fatiche del rientro a lavoro in seguito alla pausa estiva, adesso è giunta l’ora della dolce (o amara?) malinconia autunnale… in attesa della nevrosi da feste natalizie.

Inverno, primavera, estate e autunno portano con sé diversi cambiamenti, non solo naturali o climatici, ma anche psicofisici. Tuttavia, non per questo bisogna pensare all’alternanza delle stagioni come qualcosa per cui è necessaria una “cura”.

Anche se i Media ci invitano a cedere alle nostre insicurezze ed instabilità, è necessario capire che ognuno di noi ha in sé le risorse innate per adattarsi alle modifiche che portano le stagioni.

Generalmente i sintomi che si sperimentano durante i mesi autunnali sono:
stanchezza cronica
desiderio di alimenti dolci
aumento di peso
tono dell’umore depresso
mal di testa
calo del desiderio
abbassamento delle difese immunitarie

La diminuzione delle ore di sole comporta una variazione nella produzione di serotonina, ossia un importante neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione del sonno, dell’umore, del desiderio, del senso di sazietà. Oltre a questo aspetto biologico, a livello psicologico, alcuni soffrono maggiormente l’arrivo dell’autunno perché questa stagione tende a riconnetterci con una parte profonda e nascosta di noi stessi.

Le poche ore di sole, il primo freddo, la natura che cambia i suoi colori e rallenta la sua vita, tutto ciò che ci circonda sta chiedendoci di frenare e riposare. Anche se spesso non ce ne ricordiamo, anche noi siamo legati ai cicli della Terra e siamo naturalmente portati a seguirne le modificazioni; per questo, l’arrivo dell’autunno non ci deve spaventare, invece deve portarci a riprendere la giusta carica, ascoltando ciò che il nostro corpo e la nostra mente ci richiedono.

Le ansie, lo stress, le paure e tutto quello che non abbiamo risolto, e che l’arrivo dell’estate ha messo in pausa, ora ritorna più forte che mai perché ogni difficoltà ha l’esigenza di essere considerata e definita; dunque, la dolce malinconia dell’autunno ci permette di ristabilire gli equilibri, entrando in contatto con le parti più silenti di noi stessi, al fine di affrontare l’inverno con la giusta carica.

Mamma aiutami a rilassarmi consulenza famiglia

Quante cose ci sono da fare in una giornata? Arriviamo la sera, sapendo che non abbiamo fatto tutto quello che avremmo dovuto. La casa è un po’ in disordine, a lavoro non ci siamo concentrate a sufficienza e, come non bastasse, sentiamo di non aver dedicato abbastanza tempo ai nostri figli.

Come la nostra, anche la routine dei bambini risulta essere frenetica. Quasi a voler compensare la nostra mancanza, riempiamo la giornata dei piccoli con numerose attività: c’è l’obbligo della scuola e dei compiti; poi c’è lo sport (anche più di uno); il catechismo; le prove di musica; le uscite per una passeggiata in famiglia…
In mezzo a tutti questi impegni, ci sono la fretta, le corse per non arrivare in ritardo e le mancate risposte alle richieste di attenzione dei nostri bambini.

Eppure dobbiamo imparare a pensare che i nostri figli hanno il diritto di annoiarsi per sviluppare al meglio la creatività e dedicare il giusto tempo alla riflessione.
Lasciare al nostro bambino dei momenti per se stesso, consente ad entrambi di sospendere i doveri, concedendo al corpo e alla mente il corretto spazio per il rilassamento.
Se volete condividere con vostro figlio del tempo di qualità, potete alternare dei momenti di gioco, a momenti di relax e meditazione.

Infatti, anche per i bambini meditare è utile, poiché riduce l’ormone dello stress (il cortisolo), sviluppa la capacità di mantenere uno stato emotivo stabile e positivo e diminuisce la sperimentazione di sensazioni negative, quale la paura.

Quando una madre viene a chiedermi dei suggerimenti per aiutare il proprio bambino ad accrescere l’autostima e ad abbandonare le ansie ingiustificate, io propongo spesso di provare ad inserire una nuova attività, ossia “Giocare a rilassarsi e meditare”. Questa dovrebbe diventare una sana abitudine, che punta a rispettare i tempi del bambino e a consentire il rafforzamento delle proprie risorse e potenzialità.

Le linee guida generali a cui faccio riferimento?
Eccole riportate:
– scegliere un luogo tranquillo e in cui il bambino si sente sicuro;
– seguire le inclinazioni del bambino rispetto al tempo e al luogo;
– prendere una posizione comoda e che consenta il pieno rilassamento;
– dare delle indicazioni iniziali chiare, dove si spiega che i pensieri devono essere lasciati liberi di scorrere (come un fiume);
– prestare attenzione al respiro di entrambi, dandogli regolarità;
– stimolare l’immaginazione con la tecnica della visualizzazione di immagini rilassanti.

 

Molte altre sono le tecniche e le modalità per far rilassare i vostri figli, permettendo a voi e a loro di godere appieno del tempo insieme. Questo vi permetterà di conoscervi meglio reciprocamente e di lasciare gli impegni, lo stress e le negatività del giorno, fuori dalla porta e dalla vostra mente.
Sicuramente il vostro cucciolo vi ringrazierà!

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stress

Ormai da alcune settimane, la maggior parte dei lavoratori sentono le vacanze come un lontano ricordo ed anche tutti i benefici di quegli attimi di relax sembrano svaniti nel nulla.

Una volta rientrati dalle ferie ci si sente sempre ricaricati al massimo e pronti ad affrontare al meglio l’inverno, eppure siamo appena a settembre e già ci sembra tutto così difficile.

Rientrando a casa la sera, dopo una giornata frenetica, vorremmo avere ancora energia per dedicarci alla famiglia, agli amici, all’attività sportiva… ma, in realtà, ci sentiamo stanchi e stressati, con l’unico desiderio di correre a letto o sul divano davanti a qualche bel film che non ci faccia pensare ai programmi di domani. In aggiunta a tutto questo, si ripresentano alcuni sintomi fisici che in estate sembravano essersi acquietati: mal di testa, dolori allo stomaco, insonnia, crampi intestinali, intorpidimenti muscolari, difficoltà nella respirazione…

Ma da dove deriva tutto questo stress?

Avere degli obiettivi o pianificare dei compiti, comprende sempre una certa dose di stress, che può essere salutare se definisce un’equilibrata attivazione della relazione mente-corpo per perseguire la meta che ci siamo prefissati.
Tuttavia, più crescono le aspettative relativamente al risultato che ci attendiamo, più i nostri programmi diventeranno pressanti, fino a farci sentire in affanno e a disagio.

L’ombra dell’insuccesso e della scarsa stima nelle proprie potenzialità si allunga nel momento in cui lo stress diventa negativo e non ci sforziamo di agire in modo elastico, ma ci comportiamo rigidamente, senza possibilità di lasciare la nostra mente aperta a nuovi percorsi.

Quali sono le operazioni anti-stress che permettono di non far influenzare le nostre performance dalla tensione controproducente?

impara a conoscerti e ascolta i segnali del tuo corpo, sviluppando la tua intelligenza emotiva, ciò ti permetterà di fermare prima l’energia demolitrice;
definisci percorsi alternativi e non farti imbrigliare dalle tue convinzioni, questo ti porterà ad essere sempre pronto a trovare nuove soluzioni in tempi rapidi;
accetta gli insuccessi e fai in modo che non abbattano la tua autostima, così potrai analizzare razionalmente gli eventi e sarai pronto per nuove sfide sin da subito;
sviluppa la tua immaginazione e le sensazioni positive che provi durante la giornata, questo ti permetterà di sentirti libero da preconcetti e pronto a creare nuovi percorsi.

crisi di coppia in vacanza

Quello che rovina il tanto atteso viaggio in coppia non sono i voli cancellati, gli hotel overbooking o il maltempo che rovina i piani; il vero sabotatore delle vostre vacanze siete proprio voi.

Vi è mai capitato di partire immaginando una vacanza di coppia che vi farà rilassare, divertire e rinsaldare la vostra relazione sotto l’influsso positivo di qualche bella località; invece, d’improvviso vi ritrovare travolti da un vortice di litigi, tensioni, nervosismi e recriminazioni?

Cerco di spiegarvi il perché, proprio durante i giorni di vacanza, la coppia va in crisi…

Di recente il gruppo internazionale Club Med ha proposto una ricerca dal titolo: Trouble in paradise, ovvero “guai in paradiso”, dove sotto osservazione non sono le abitudini o i gusti delle coppie in vacanza, quanto i loro litigi. Alla luce di questa ricerca, quel che colpisce, leggendo i risultati, è quanto siano futili i motivi della discordia: la scelta del ristorante della sera, la gita del giorno dopo, la lettura della cartina, il tempo speso in bagno e per cambiarsi d’abito. 

Le discussioni in vacanza sembrano scaturite da dei pretesti per poter litigare, più che da validi motivi che portano al confronto. Non è certo la vacanza la causa del malcontento, ma la questione è ben più complessa e, alla base di essa, vi sono le enormi aspettative che, dopo un anno di stress sul lavoro, sui budget familiari, sulla gestione della casa, si riversano su questa pausa.
Irrealisticamente non si vede l’ora di fuggire dalle difficoltà del quotidiano ma, quando il momento arriva, si parte troppo stanchi, tesi e con un carico di emozioni compresse eccessivo, tutto da smaltire.
Sicuramente la chiave vincente per poter evitare scontri inutili è una certa dose di spirito di adattamento e di senso di libertà, che consentano di mollare la presa dell’organizzazione compulsiva, per lasciare che le cose vadano in modalità slow, come dovrebbe essere in una vacanza.

Inoltre, un errore che appesantisce la precaria situazione resta quello di guardare il proprio partner alla luce di qualche bella località turistica, avendo la pretesa che lui/lei sia sempre straordinario. Si rifugge dall’idea che il sentimento richieda impegno anche se si è in vacanza, perché tutto è già così difficile durante la routine quotidiana, e si vorrebbe che le ferie potessero ripagare di questo anno di fatiche, altrimenti subentra la delusione.

Allora come giocarsi nel migliore dei modi l’opportunità di partire insieme, ma soprattutto ritornare, insieme?

Vi consiglio di lasciare fuori dalla valigia:
– il perfezionismo,
– le manie organizzative,
– la scarsa tolleranza,
– le nemiche-aspettative.

Invece è fondamentale portare con sé:
-la disponibilità a sperimentare,
-l’apertura verso i bisogni del nostro partner,
– il desiderio di concentrarsi su di noi stessi,
-la voglia di condividere come coppia.

consulenza aziendale psicologa del lavoro

Negli ultimi anni risulta in crescita l’attenzione al Welfare Aziendale da parte dei Manager delle più importanti imprese sul territorio nazionale; infatti, il riconoscimento del benessere psico-fisico del proprio team di lavoro rappresenta una leva strategica per l’aumento delle prestazioni, il miglioramento della propria immagine, l’incremento della produttività e la gestione del personale.

Operai, impiegati, commesse, medici, avvocati, contabili, dentisti, direttori… qualsiasi sia l’occupazione, il lavoro occupa la maggior parte della giornata di ogni individuo; inoltre, anche al rientro dalla propria attività, in casa si continuano a portare e rivivere le situazioni vissute durante il proprio turno di lavoro, siano esse positive o negative.
Insomma, le possibili insoddisfazioni lavorative possono comportare difficoltà in ambito domestico, disagi psico-somatici, assenteismo e un escalation di improduttività.

Manifestare concretamente al lavoratore una tangibile attenzione per migliorare il clima aziendale può contribuire alla motivazione e alla gratificazione del personale.
A seconda dell’attività della propria impresa è possibile creare un piano personalizzato in grado di sostenere le risorse necessarie per il miglioramento del Benessere aziendale, componendo un’adeguata e solida “architettura” che rappresenti e si integri al meglio con le mission della compagnia.

In generale, prendersi cura del Corporate Wellness determina:
– una forte riduzione dello stress;
– una maggiore o più naturale propensione al lavoro;
– un aumento della produttività;
– una crescita delle capacità di problem solving.

Da un ulteriore punto di vista, il personale coinvolto in programmi per incrementare il benessere organizzativo può godere di importanti occasioni di crescita formativa professionale, nonché di un nuovo comfort lavorativo, che si rispecchierà positivamente sulle dinamiche di vita privata.

Alcuni esempi di attività che mirano al Corporate Wellness possono comprendere:
– giornate di training in tecniche di rilassamento;
– programmi formativi definiti secondo i bisogni dei lavoratori;
– occasioni di confronto e scambi di idee per futuri progetti;
– formazione di adeguati team di lavoro;
– analisi dello stress correlato

Per maggiori informazioni sui percorsi aziendali contattatemi

consulenza genitori figli

Ci sono molti momenti nella vita di ogni genitore i cui ci si chiede se si stia facendo la cosa giusta: quel rimprovero a mio figlio era davvero indispensabile? Quella decisione è stata presa al momento più adatto per lui? Avrò fatto capire a mia figlia il mio punto di vista? Perché finisce sempre che litighiamo?

Come i genitori, anche i ragazzi vorrebbero capire come agire nel modo giusto per far comprendere le proprie necessità ed esigenze: perché quando parlo di cose importanti non mi ascoltano? Davvero era necessario arrabbiarsi in quel modo? Come posso parlare con loro se finiamo sempre per litigare?

La comunicazione fra Genitori e Figli, in particolar modo quando questi ultimi iniziano ad entrare nella pre-adolescenza, è un aspetto importante e delicato per la costruzione di un rapporto che permane nel tempo e definisce lo stile di una relazione indissolubile. Talvolta risulta difficile restare ad ascoltare le paure, le angosce, la rabbia e le fragilità dell’altro; di conseguenza, spesso accade che ciascuno tende a rinchiudersi nella propria fortezza, alzando muri sempre più alti e più spessi, che non permettono di intravedere la corretta via per arrivare alle vere emozioni.

Scegliere di Comprendere è il primo passo che Genitori e Figli devono fare gli uni verso gli altri.
La Comprensione determina la giusta predisposizione per una rapporto sano e basato sul rispetto delle idee e dei sentimenti dell’altro. Decidere di Sostenere il proprio figlio in una decisione che non condividiamo, ma che sappiamo essere importante per lui, è la scelta migliore per fargli comprendere l’amore smisurato che proviamo; come figli, Accogliere le insicurezze dei propri genitori, anche se difficili da capire, consente di maturare e di costruire un rapporto nel reciproco rispetto.

Tuttavia, non è facile mettere in pratica questi consigli che sembrano scontati. Le frequenti litigate, la rigidità di pensiero e il repentino mutamento del rapporto da genitore-bambino a genitore-adolescente, non permette di seguire un percorso lineare. Spesso ci si trova confusi e frastornati, in un turbinio di emozioni in cui si fatica a riconoscersi.

La Consulenza Famigliare Genitori-Figli permette di sostenere la corretta Comunicazione all’interno della relazione, determinando la Co-costruzione di un rapporto equilibrato, in cui le emozioni riprendano il proprio naturale percorso.
Attraverso alcuni incontri con la Psicologa sarà possibile compiere un’analisi dello Stile Comunicativo in atto e un approfondimento delle difficoltà espresse, sia dai figli che dai genitori, nel manifestare le proprie esigenze e nel comprendere i bisogni dell’altro.

Dove: Studio della Psicologa Dott.ssa Martina Pillon – Oderzo
Come: per appuntamento al 346.2223943
Quando: una volta a settimana per 60-80 minuti
Per quanto tempo: programma personalizzato (min.2 – max.10 incontri)
Costo: 65,00€ primo colloquio e 50€ colloqui successivi
Cose da sapere: non è necessario lavorare con entrambi i genitori presenti, ma sarà indispensabile il consenso firmato di entrambi se il figlio risulterà essere minorenne
Note: se non vuoi coinvolgere tuo figlio, ma hai ugualmente bisogno di una consulenza come genitore, il servizio adatto per te è il mio programma di Sostegno alla Genitorialità!

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attacchi di panico psicologa oderzo

Ti è capitato di conoscere una persona che “a livello viscerale” ti dava una sensazione strana? Una persona che magari è entrata a far parte della tua cerchia di amici, ma in fondo non ti convince perché sembra guardare tutti in modo strano e “con negatività”.
Ti è capitato poi di parlare a tu per tu con questa persona e, appena terminata la conversazione, di sentirti svuotato, indebolito e di cattivo umore? Eppure non ti sembrava di avere una brutta giornata e non è capitato nulla di preoccupante che possa spiegare questo senso di depressione (mista a rabbia) che ti attanaglia.

Se hai risposto “Sì”, almeno a una di queste due domande, allora probabilmente conosci un succhiatore di energia.

Non sto parlando di fantascienza o di magia oscura, ma sto delineando un profilo di personalità di uomo o donna, che possono entrare a far parte della tua vita e che potrebbero causarti alcune difficoltà, specie nelle giornate in cui ti senti più triste e fragile.
Generalmente questi amici o conoscenti vengono definiti come persone negative e spesso il nostro spirito di sopravvivenza e la nostra sensibilità ci fanno intuire quando è meglio girarci alla larga senza troppi indugi, poiché magari già ci sentiamo stanchi e indeboliti dallo stress della giornata.
Allora ecco che disdiciamo quella famosa cena o accampiamo scuse per non presentarci all’appuntamento concordato e, non senza sensi di colpa, ci ritroviamo a tirare un sospiro di sollievo.

Ma come si può riconoscere se si è in presenza di un amico-vampiro?
– Le persone che possono stimolare le sensazioni sopra descritte, instaurano rapporti sbilanciati, in cui chiedono e ricevono, ma non donano quasi mai;
– La sensazione che spesso li pervade è l’invidia e per questo tendono a ricercare il piacere provando a rendere il prossimo insoddisfatto;
– Non sono sempre consapevoli delle loro azioni, talvolta agiscono senza rendersene conto e per tale motivo non sono sempre da accusare;
– Quando una persona soffre di negatività, ogni parte di sé ne è pervasa. I pensieri sono pessimistici, il tono dell’umore è deflesso, lo sguardo ipnotico e poco limpido.

Tutti possono incontrare una persona negativa, a cui magari si vuole un bene profondo, ma che spesso rincara la dose nei nostri giorni difficili o ci rovina l’umore quando ci sentiamo euforici.
La soluzione è semplice e dipende solo dalla nostra abilità nel costruire una barriera mentale, che faccia da filtro per le emozioni parassitarie che ci vengono trasmesse e che consenta un’adeguata comunicazione.

Come scritto nei precedenti articoli, il lavoro su noi stessi e sulla nostra consapevolezza è di fondamentale importanza per il nostro Benessere. Anche in questo caso è utile costringerci a comprendere quali sensazioni non ci appartengono e che ci vengono inviate dalle persone che ci stanno affianco. Facendo questo è possibile proteggere le nostre gioie e soddisfazioni, da chi vorrebbe rimodellarle e sminuirle.

Martina Pillon psicologa oderzo

Ecco che d’improvviso arriva… eri disteso sul divano a guardare la tv; in macchina che guidavi; seduto alla scrivania del tuo ufficio; a passeggiare con il cane; intento a studiare; indaffarato nelle tue commissioni.
Improvvisamente ti colpisce una fame imprevedibile, che ti fa il solletico e non ti molla più. Cerchi di non pensarci e di non dare retta a quella sensazione di vuoto alla pancia che non ti lascia scampo, ma ben presto cedi.

La maggior parte delle volte, quella vocina non chiede insalata o frutta fresca, vorrebbe che tu mangiassi dolci, cioccolata, snack, pizza, panini e molte altre cose che non sarebbe proprio il caso nemmeno che le guardassi. Però il desiderio è veramente pressante e sembra non voler cedere neppure provando a ripiegare su un’ottima mela.

Spesso mi viene chiesto “come posso evitare di cedere agli attacchi di fame improvvisa?”
Per prima cosa dobbiamo sempre cercare di definire la nostra fame. Se abbiamo mangiato da poco tempo, potrebbe non essere un bisogno fisiologico, ma qualcosa di diverso.
E’ importante riflettere sul periodo che stiamo attraversando: siamo sotto stress? abbiamo qualche piccola difficoltà amorosa? ci stiamo annoiando in quel particolare momento? non siamo pienamente soddisfatti di qualcosa?
E’, inoltre, indispensabile entrare in contatto con le nostre emozioni: mi sento triste? mi sento euforico? sono in ansia? prima di mangiare mi sento depressa o insicura? dopo aver mangiato mi sento “coccolata” o in colpa?

Cercare di prendere coscienza con questo genere di fame, senza assecondarla o respingerla è un azione fondamentale da compiere. Con il supporto dello Psicologo si possono cogliere i messaggi che la fame nasconde e che sono strettamente connessi con ciò che proviamo e con la nostra storia personale; mentre il Nutrizionista consente un analisi approfondita dei nostri bisogni, per definire un benessere personalizzato, perché è sempre vero che “siamo quello che mangiamo”.
Liberarsi dalla tensione degli attacchi di fame non aiuta solo per la nostra salute o la nostra forma fisica (anche chi ha una fantastica siluette incappa negli attacchi di fame), ma ci permette di riconquistare sicurezza per affrontare con forza le nostre difficoltà e fragilità.

Psicologa conegliano gestione della rabbia

In questo periodo mi è capitato di ricevere maggiori richieste di consulenza per ottenere un aiuto nel contenimento e nella Gestione della Rabbia.

Tra la primavera e l’estate il nostro organismo si risveglia e spesso lo fanno anche le nostre emozioni più forti ed estreme, che fino a pochi mesi fa erano ancora assopite nel letargo invernale.
Allora accade che ci si ritrova a lottare contro sensazioni, talvolta sgradevoli, che rendono pesanti le nostre giornate e più complicate le nostre relazioni. Una di queste è la Rabbia, che si presenta fastidiosa alla nostra porta e che non riusciamo a respingere, nonostante gli sforzi.

Può capitare che il nostro partner pronunci una frase poco gradita; può succedere che nostro figlio ci porti all’esasperazione facendo quel qualcosa che gli abbiamo chiesto 1000 volte di non fare; magari il nostro capo in ufficio ci chiede di portare a termine un compito impossibile o il nostro collega ci infastidisce per il suo modo di evadere dal lavoro che gli viene assegnato.
Sono molte le cose che potrebbero scatenare la nostra Rabbia e a quel punto ci ritroveremmo senza accorgercene con la fronte corrugata, la testa pesante, lo stomaco gonfio, gli occhi annebbiati, le cervicali doloranti e i pensieri in disordine.

Se lasciamo che questa Rabbia, come un fiume in piena, invada il nostro corpo, sentiremo da subito la difficoltà nel procedere con i compiti della giornata e i nostri rapporti con gli altri subiranno delle modificazioni che poi dovremmo riparare.

La Gestione della Rabbia è un compito che implica l’apprendimento di diverse strategie che possono aiutare nella vita di tutti giorni e nell’affrontare le negatività con serenità, arrivando a sorprendere gli altri.

Crearsi un Oasi per sfogare e rilasciare la nostra Rabbia è una delle tecniche di fondamentale importanza.
Infatti, è importante decidere di allontanarsi dalla fonte del disagio, per scegliere di ritirarsi in un posto che possa sostenere il nostro rilassamento e la definizione della calma interiore. Individuare questo spazio di Gestione garantisce la possibilità di analizzare la motivazione della Rabbia e ci permette di chiarire la fonte delle nostre difficoltà, aiutandoci a ridimensionare le nostre “cattive sensazioni”.
Tuttavia, spesso la nostra razionalità risulta già compromessa e non appare semplice prendere la decisione giusta per non peggiorare la situazione.

Per questo motivo, la Consulenza di un esperto psicologo consente di scoprire delle strategie personalizzate che consentano di riappropriarsi della propria serenità, salvaguardando la nostra salute e i rapporti con le persone che ci vogliono bene.

la prova costume

Al primo sole che riscalda e con l’arrivo della primavera, si inizia subito a pensare alle giornate che si allungano, alle uscite serali, alle cene in giardino con gli amici, ai profumi delle notti di agosto, alle vacanze rilassanti… Eppure noi donne riusciamo ad arrivare al mare stressate e affaticate.

La fatidica prova costume incombe ed in pochi mesi vorremmo dimagrire di tutti quei Kg di cui, fino ad ora, non ci siamo mai preoccupate. A questo punto, iniziano le corse alle palestre e alle nuove diete “miracolose”, che ci faranno perdere al massimo qualche etto, ma ci costringeranno a correre al bagno ogni due minuti.
Alla prova costume ci si deve arrivare per forza preparate! Snelle, asciutte, con il sedere sodo, le gambe senza cellulite e, possibilmente, già abbronzate. Non importa se sei madre di 3 figli; non conta se sei stata rinchiusa per tutto l’anno in qualche fabbrica o ufficio; non è determinante il fatto che magari non hai mai avuto un fisico da top model… alla prova costume vuoi arrivarci preparata.
E se capita di arrivare in spiaggia impreparate, le prime da cui riceviamo critiche o occhiataccie sono proprio le altre donne, che come noi hanno faticato per arrivare all’ambito lettino fronte mare.

La cura del proprio corpo è un’esperienza fondamentale, da non trascurare mai e di cui occuparsi per tutto l’arco dell’anno e per tutta la propria vita.
Per prima cosa è importante accettare il proprio essere, le proprie imperfezioni e i piccoli inestetismi che ci caratterizzano. Senza voler assomigliare a qualcuno, ma prendendo consapevolezza di cosa è possibile migliorare e di cosa invece resterà sempre parte di noi, distinguendoci dagli altri.

Successivamente è importante non impigrirsi nascondendosi dietro a un rassegnato “io sono così e non ci posso fare niente”, ma è fondamentale rimanere attivi e tendere al miglioramento come in qualsiasi altro ambito. Il cambiamento deve essere possibile e riguardare traguardi brevi e raggiungibili, come una piccola scalata personale che ci farà arrivare in vetta e ci permetterà di sentirci meglio con noi stesse.

La prova costume non è altro che un insensata richiesta sociale, che definisce modelli irraggiungibili. Mentre, è necessario che la vera sfida per l’estate diventi la presa di coraggio per guardarci allo specchio e piacerci completamente per come siamo, perché nessun altro potrà mai essere come noi.